Negli apparati critici della Mostra Personale DALL'ORDINE VERSO IL CAOS, Elisabetta Bodini scrive:
"Molti si chiedono come e attraverso quali meccanismi (della mente o della mano) avvengano o siano avvenuti, anche per i grandi del passato, i cambiamenti di stile, di tecnica, di composizione che hanno decretato apparentemente semplici passaggi dal figurativo, al destrutturato, all'astratto.
Qualcuno ritiene questa transizione una comoda scappatoia verso la semplificazione e la rapidità di esecuzione (manca ormai il lavoro di “lima”, la fatica, secondo Marangoni); altri pensano sia una questione di adeguamento alla moda e al mercato, mutevole e ondivago, dell’arte; qualcuno è convinto che ogni individuo ( mutando per natura tutte le proprie cellule ogni sette anni circa), diventa in realtà altra persona, pur rimanendo se stesso, ma con una visuale di sé e del mondo completamente diversa, quindi con un diverso modo di rappresentare e di rappresentarsi la realtà.
Personalmente ritengo che tutte le tesi, in parte, possano essere accolte in quanto, può essere accettabile che la semplificazione dell’esecuzione renda molto più immediata la traduzione di emozioni e sentimenti attraverso il colore e il tratto grafico: questo non significa “fare meno fatica”, anzi, può richiedere un maggiore sforzo nella velocizzazione del classico percorso dall’occhio che vede, al cuore che ascolta, al cervello che elabora, alla mano che esegue … (pensiamo a quanto si modifica la grafia quando si fa frettolosa, per consentirci di tradurre in segno i pensieri che si affollano alla mente e rischiano di dissolversi rapidamente nella labilità della memoria!)
De resto è vero anche che fare arte significa guardare l’arte, operare confronti e critiche, obbligarsi a scelte di gusto e a selezione di emozioni, quindi è credibile anche che possa avvenire una più o meno inconscia “contaminazione” del proprio stile, della propria linea di condotta artistica o addirittura dell’impulso a provare ad intraprendere strade diverse, solo per il gusto di mettersi alla prova o per la curiosità di cercare nuove emozioni davanti alla tela bianca.
E’ vero infine, che “crescendo” (e tutti i viventi “ cambiano”, pur rimanendo apparentemente sempre simili a se stessi), maturano, invecchiano, si modificano fuori e dentro, quindi è naturale, e connaturata all’essere pensante, la spinta verso una mutazione di scelte, di ricerche, di sforzi, ma anche di interessi e di gusti.
(Picasso sosteneva di aver lavorato tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino, ovvero tornare alle origini del segno, e alla purezza semplificata dell’immagine sia mentale che iconica).
Infine, a tutte le considerazioni che ho mutuato da critici e storici dell’arte, vorrei aggiungere una riflessione personale: le passioni e le pulsioni, compreso il bisogno di creare qualche cosa (immagini, scritti, pensieri, invenzioni , idee) spingono ogni uomo a uscire da se stesso per andare verso gli altri, e, in qualunque modo lo faccia, nel momento in cui ottiene il risultato di farsi “ascoltare”, con le orecchie, con la mente o con le emozioni, ha raggiunto il proprio scopo.
Direi che Raf Dragani lo scopo lo raggiunge sia attraverso la classicità composta e tranquilla delle sue figure, sia attraverso la scelta delle sue geometrie graffianti, come attraverso l’uso a volte cauto e ponderato a volte violento e materico del colore unito alle alternative di materiali dalla concretezza labile come la carta stampata (cosa esiste di più labile e di più concreto della parola?) o allo spessore pesante del gesso o del cemento che unisce al senso di materialità del colore lo spessore tridimensionale della materia.
Dall’ordine al caos
“Dall’ordine al caos” dunque è un percorso non solo di stile, ma anche di vita e di emozioni che non deve trarci in inganno: dobbiamo andare oltre la lettura delle opere per raggiungere la mente e l’anima dell’uomo–artista e dell’uomo-scienziato, che ricerca l’ordine nel caos attraverso la logica della scienza e l’esattezza della formula, ma che ricrea il caos dall’ordine attraverso la passione, l’emozione e l’alchimia dell’empirismo, che da sempre ha spinto l’umanità a percorrere i propri spazi temporali e il proprio progresso per prove ed errori.
Dove leggiamo l’intersecarsi di linee perfette scopriamo la casualità di un big bang, dove godiamo di una velatura chiaroscurale classica e composta scopriamo la tempesta cosmica delle emozioni; quando l’occhio si sofferma su una violenta sciabolata di rosso o di blu cerchiamo oltre il colore “emozionale” e scopriremo la ponderazione di una formula ottica che, con accostamenti sapienti, penetra oltre la retina e raggiunge cuore e cervello per scatenare pensieri: questo è il vero caos .
Quel caos attraverso il quale un nuovo ordine viene creato, con la dirompente liberazione delle emozioni e delle sensibilità di ciascuno di noi attraverso l’immagine, il colore, il segno , la dimensione artistica e il messaggio subliminale che l’artista sa trasmetterci.
Nella lettura critica dell’opera di RAF, Sonia Patrizia Catena per la Mostra "La poetica degli oggetti", 17 giugno-4 luglio 2019, Spazio espositivo Circuiti Dinamici, Via Giovanola, 19-21 Milano scrive :
“L’accumulo di beni, se eliminati, rappresenta una catarsi che dà spazio a rinnovate energie ed esperienze. Ed ecco che si fa strada l’astrazione in Raffaele Dragani | RAF . In Dragani le pennellate veloci lasciano parlare il gesto e l’oggetto figurativo non serve più, perché l’essenziale arriva attraverso un’azione immediata. La realtà oggettuale è restituita attraverso la creazione artistica come visione poetica e interpretazione, laddove l’astrazione purifica le immagini, sottraendole alla saturazione visiva.”
La motivazione del primo premio SPORT al concorso SPORT, NATURA, BRIANZA, 8-9 giugno 2019, Autodromo di Monza, dice:
“Il primo premio SPORT viene assegnato a Raffaele Dragani per l’opera ATTESE con la seguente motivazione : L’Autodromo prima del Gran Premio di Formula 1 rende il tempo dell’Attesa nei magici colori della festa”
Christian Humouda per la Personale a Palazzo Zenobio a Venezia scrive il seguente testo critico (www.rafevolve.com ):
“Raffaele Dragani e il suo astrattismo materico
Raffaele Dragani e l'astratto. Una miscellanea di suggestioni discordanti che si figura con pennellate decise in un piano sequenziale di linee cromatiche contrastanti. Un caos calmo che porta lo spettatore dentro una spirale mai banale di emozioni primarie. Una ricerca libera dall'astrattismo geometrico di Rotko e Mondrian su una base di partenza classica che mutua e si trasla in pennellate discontinue, ricche di colore, come ali distese sulla tela. La commistione materica è altresì importante per comprendere la tecnica dell'artista e la sua ricerca nell'uso dei diversi materiali come gesso e carta di giornale. Un percorso di crescita che passa dalla figurazione, all'astrazione dell'attimo. Nell'opera di Dragani si coglie una vera e propria struttura contenutistica che si esprime attraverso due piani con valenze diverse. Un viaggio mentale e un altro non meno importante, di tipo spirituale che si declina in un abbraccio panteistico del mondo. Un battito vibrante in cui l'universo stesso appare orfano del momento. Un action painting privato della sua matrice a goccia seguito da un'immediatezza di espressione che colpisce al cuore e lascia interdetti per potenza di contenuto. Dragani coglie l'essenza stessa dell'astrattismo ricreando un linguaggio artistico rivoluzionario capace di migliorare la condizione esistenziale dell'uomo. Qui troviamo la rappresentazione di un momento privato, espresso attraverso una serie di emozioni materiche dell'anima. Un astrattismo lirico che crea un legame forte tra autore e spettatore in una commozione visiva e partecipativa condivisa che rimane impressa negli occhi di chi guarda.”
Malù Lattanzi per introdurre i lavori di Raf esposti nella Mostra Personale DIALOGHI D'ARTE: Un percorso tra Realismo ed Astrattismo (www.rafdialoga.com ), 8-16 Dicembre 2018, Galleria Civica di Monza,Via Manfredo Camperio,1 20052 Monza MB, scrive:
“Vortice, colori, gira, gira, gira, caos, velocità rumori, forme, forza, giallo nero, bianco, rosso, parole, opere, omissioni, veloce, veloce, corri, prospettive, cadi, cambi punto di vista, punto di fuga, prima duro, poi morbido, non riesci a collocarlo, a collocarti. E’ pazzesca la frenesia. LA VITA. Un voler quasi riempire vuoti atavici: contenitori impolverati e scoperti lasciati in balia dello scorrere del tempo. Ora devi recuperare….. colore, colore, sole, luce, ma anche scuri profondi e avvolgenti come manti di velluto nella notte più nera. Flash, lampi, esplosioni, frastuoni lontani e improvvisi sussulti. Ti senti come ubriaco, perso nelle sue tele. RAF: fiato corto, frenesie urbane, caos contrapposto ad ordine. Rotoli come legato alla caviglia da un vorticoso gorgo che ti impedisce di capire dove esattamente sei, quali emozioni provi, perché lo scopo è proprio questo: smontarti ogni certezza.
Vale lo stesso per lo stile. Perché etichettare o incasellare un artista in quella o quest’altra corrente?Le anime inquiete sono pura esplosione di emozioni. Le stesse che arrivano a chi le osserva e si lascia rapire. Se ciò non accade. Fatevi qualche domanda o apritevi alla leggerezza e alla forza delle sue pennellate vigorose.
Poi, quando pensi di non aver più scampo, quando pensi che ormai i tuoi sensi sono stati completamente spezzati dalla potenza virile dei suoi colori, e dei suoi segni, ecco che, come mani lievi ti accolgono dopo una caduta nel vuoto, aprendo gli occhi ti ritrovi in paesaggi morbidi e romantici delle campagne brianzole, fra quelle ginestre avvolte di luce gialla e umida rugiada del mattino. Fra pannocchie e vecchi ritagli di giornale o nella penombra della cameretta accanto, fra quaderni e mappamondo a sognare universi dietro la siepe, guardando l’infinito e oltre avvolto nella bruma nel viale alberato di Imbersago a memoria di Ennio Morlotti e traghettato da versi di leopardiana memoria.
La quiete dopo la tempesta. … “ Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita. Quand'è, com'or, la vita?Quando con tanto amore. L'uomo a' suoi studi intende?O torna all'opre? o cosa nova imprende ?Quando de' mali suoi men si ricorda?....”. Quando la vita è dolce e lieta? Quando un
uomo segue il suo lavoro con tanto amore forza e dedizione? quando torna alle fatiche, o quando ne inizia di nuove? Il piacere è sofferenza, è gioia illusoria ed effimera frutto spesso della paura provata. La luce è figlia del buio. Quindi per apprezzare la quiete e l’ordine devi passare per il vortice fantastico della VITA. Solo allora ti libererai di ogni fardello per librarti in leggerezza.
Quindi del buio alcuna paura, perché il nero non inabissa le cose ma libera una moltitudine di tesori esaltandone colori ed energia.”
Nella recensione scritta per il catalogo di ART WALK 2018, MOSTRA ARTE CONTEMPORANEA, VENEZIA, PALAZZO ZENOBIO, 10 FEBBRAIO-10 MARZO 2018, Elisa Polidori, Storico e Critico d’Arte, cosi’ riassume l’attivita’ artistica di RAF :
“Artista navigato, che conosce il mondo dell’arte contemporanea, le sue dinamiche, le sue incoerenze, così Dragani si distingue per le sua piena ed assoluta consapevolezza artistica. Non teme di spaziare da un linguaggio ad un altro, di sperimentare e confrontarsi con stili lontani. Formatosi sulla figurazione, passato per l’astrazione, strizzando l’occhio al concettuale, Dragani e’ fedele solo a se stesso, l’arte e’ il suo linguaggio nel quotidiano. Conoscitore soprattutto delle tecniche artistiche, cerca la continua sperimentazione, passando dalla pittura action e gestuale, fino al collage misto, passando per una suddivisione schematica e geometrica delle campiture, che lo porta poi a proporre opere materiche utilizzando la tela non come strumento pittorico, ma come oggetto bidimensionale, soggetto dell’opera stessa. Ma Dragani ci vuole ricordare che la sua pittura e’ stata ed e’anche pittura di figura, di natura e di posa, citandolo spesso tra le righe delle sue opere.”
Francesca Milazzo, Storico e Critico d’Arte, cosi’ riassume l’attivita’ artistica di RAF:
“L'incontro con Raffaele Dragani e la sua arte è sicuramente un momento di arricchimento e di conoscenza denso di sfumature per chi si avvicina con sguardo aperto e curioso alle sue opere: un uomo che ha vissuto tante “vite” diverse, che ha conosciuto paesi e città e che in età matura ritorna in maniera definitiva alla passione mai abbandonata della vita,
l'arte; un uomo che comunica con sincerità sensazioni ed esperienze – a volte anche difficili e dolorose – attraverso il colore ricco e intenso e il tocco sicuro della pennellata, in un percorso personale e coinvolgente.
Partito dalla figurazione, Raf compie nell'arco degli anni un percorso di ricerca artistica in continua evoluzione, lineare, serio, mai casuale in cui trasfonde le esperienze della vita rileggendole alla luce dei grandi maestri dell'astrazione, scegliendo infine una modalità espressiva consona alle sue esigenze comunicative.
Una scelta di vita apparentemente lontana dal mondo dell'arte, più legata alla dimensione della scienza e della fisica, lascia in realtà tracce profonde nell'intimo del pittore che attraverso l'arte stessa sublima esperienze diverse senza rinnegarle, ma anzi rivivendole e ripensandole con lo sguardo attento dell'artista. La scienza, la razionalità, la capacità di analisi matematica si trasformano nella visione pittorica in una sapiente ricerca dell'ordine: colori, luci, materiali diversi entrano nel mondo della sperimentazione artistica di Raf che – proprio grazie alla sua formazione scientifica – riesce a far dialogare forme e sostanze in maniera espressiva e coinvolgente.
La sua arte, costruita su solide basi tecniche legate alla grande tradizione pittorica che Raf reinterpreta e fa propria, riesce a incantare l'osservatore che viene invitato a entrare emotivamente nel quadro, a interagire con esso lasciando fluire emozioni e sentimenti, a dialogare con l'artista e il suo mondo. I tocchi e le pennellate di colore, il sapiente e costante equilibrio, il senso di ordine e chiarezza che l'arte di Raf comunica danno vita a opere in cui l'osservatore si ritrova, riesce a leggere un pensiero creativo, lo condivide e lo apprezza con la libertà di darne poi un'interpretazione del
tutto personale.
Sicuramente è questo uno degli aspetti più intriganti dell'arte di Raf: la coerenza di un linguaggio che pur non rimanendo mai uguale a se stesso evolve con grande chiarezza di scelte, segno di un artista consapevole e sicuro.
Non per nulla Raf sta riscuotendo meritatamente grande successo di critica e di pubblico, ma da artista vero quale è non si adagia su facili riproposizioni: il suo mondo si ricrea e si rinnova, il desiderio di sperimentare non si placa, la tensione
creativa traspare in continuazione sorprendendo il suo pubblico e indirizzandolo verso una lettura attenta e consapevole del grande fenomeno dell'astrazione e delle sue infinite potenzialità espressive."
Per la Personale BORDER ABSTRACTION (www.borderabstraction.com ) la curatrice Erminia Turilli scrive:
“RAF, al secolo Raffaele Dragani, classe '51, nato a Ortona, ingegnere aeronautico, docente del Politecnico di Torino, ICT&Organization Consultant, Consulente di sistemi, processi informatici e organizzazione di aziende, vive a Torino dal 1970 e poi Milano dal 1975, trascorre periodi nelle sue ville di Siena e Pescara.
Lontano dalle gallerie e dai clamori del mondo artistico, dipinge sin dagli anni Sessanta quasi esclusivamente con motivazione legata alla passione, vero motore del suo lavoro artistico.
Raf approda progressivamente all'Astrattismo storico seguendo le due principali declinazioni: Astrattismo lirico con ascendenza espressionista, relativo alle opere di Franz Mark come risulta evidente nei quadri Splasch, Giallo e Lightnings in the night ; oltreché visibile risulta l'influenza di Paul Klee in Ombre dinamiche, Numbers, Veloce, mentre è presente l'influsso di Piet Mondrian del razionalismo astratto in Lines, Palisade, Abissi, Hypersonic object..
I due percorsi, apparentemente distanti, trovano alternativamente una sintesi nel suo lavoro. L' Espressionismo, rielaborato successivamente nell'Astrattismo lirico, è la ricerca del puro valore comunicativo del colore, della linea, della forma e della composizione e aspira a esprimere la forza interiore, le emozioni, i sentimenti e le esperienze dell'artista. L'arte è qui necessità interiore come espressione dello spirito dell'uomo ( cfr. Der Blaue Reiter Almanach, a cura di Piper Verlag, Monaco di Baviera, 1912). L'astrattismo geometrico cerca invece la perfezione formale, l'essenzialità, il rigore razionale; si semplificano forme e colori secondo canoni strettamente geometrici ( cfr. Rivista De Stijl, a cura di Theo van Doesburg, Olanda, 1917).
Le forme procedono da semi, skyline, profili, pioggia di fili in diagonale, vortici, labirinti di fili d'erba intrecciati su fondo giallo a sfumati spatolati veloci su fondi blu, bianchi, neri. Interessante è l'uso dei colori fondamentali, in particolare il giallo, il blu, il rosso nelle opere: Ombre dinamiche, Sky-blue, Vortici, Chaos, Don't remember.
Il colore dà energia elettrica, irradia la superficie, inonda di luce, accende la tela, mentre le forme imprimono velocità, scatto, quasi una via di fuga dall'angoscia e necessità esistenziali. Altre opere al contrario sono pervase da una gioia irrefrenabile che va di pari passo con il suo instancabile desiderio di comunicare emozioni e sentimenti, di sperimentare nuove frontiere creative, di cimentarsi continuamente in avventure artistiche per destrutturare e ricomporre in altre forme il suo profilo. Esplosivo e razionale, intellettuale potente in ogni versante di applicazione, ironico e quasi beffardo, Raf si applica ogni giorno a ridefinire e ricomporre la sua poetica: il mondo è caotico e privo di regole ma esiste una forza, un'onda magnetica che pervade la superficie della terra e della tela, che permette a tutti i processi di rigenerarsi sotto un'altra forma vitale ed autonoma.
La forza è il giallo per RAF, il dinamismo è la forma geometrica o lirica dentro cui si ammantano, si nascondono le paure e le psicosi dell'uomo. L'alto convive col basso, il bianco con il nero, l'interno con l'esterno, la velocità con la posa, il vortice con l'abisso, il bagliore con la notte e il mistero dei confini fra gli opposti è BORDER ABSTRACTION, il confine dell'astrazione.”
Per la Personale EVERITHING FLOWS alla Chiesa di Santa Maria dei Laici Musealizzata di Gubbio il critico Tania Tagnani nel Novembre 2019, cosi' introduce le opere in esposizione di RAF